26 Luglio 2025
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C’è un nome che risuona nell’atletica italiana come sinonimo di talento, versatilità e un legame indissolubile con una città che l’ha accolto: Andrew Howe. Dalle origini statunitensi alla cittadinanza italiana, fino ai record e a quel filo rosso che lo lega a Rieti, la storia di Howe è un viaggio tra salti memorabili e una resilienza senza pari.

Un ragazzo americano, un campione reatino

Nato a Los Angeles il 12 maggio 1985 da una madre ostacolista di talento, Renée Felton, e un padre calciatore, Andrew si trasferisce a Rieti all’età di soli cinque anni. È qui, nella città laziale, che assume la cittadinanza italiana e inizia a muovere i primi passi nell’atletica leggera, sotto l’attenta guida di sua madre, destinata a diventare non solo la sua allenatrice ma anche un pilastro motivazionale. Rieti diventa così la sua casa, e l’Atletica Studentesca Rieti la sua prima grande famiglia sportiva.

L’Ascesa fulminea: dalla promessa al fenomeno mondiale

Il talento di Andrew si manifesta presto e in modo prepotente. Il 2004 è l’anno della sua consacrazione giovanile: ai Mondiali Under 20 di Grosseto, stupisce tutti conquistando un doppio oro nel salto in lungo (8,11 m) e nei 200 m (20″28), stabilendo un record europeo juniores sulla distanza. La sua bravura lo porta persino a essere convocato per le Olimpiadi di Atene 2004, un’esperienza purtroppo interrotta da un infortunio.

Ma il vero “boom” arriva tra il 2006 e il 2007. Andrew si afferma tra i “grandi”:

  • 2006: Vince il bronzo al Mondiale Indoor di Mosca nel lungo (8,19 m) e, nello stesso anno, conquista l’oro agli Europei di Göteborg con 8,20 m, consacrandosi come uno dei migliori interpreti della specialità.
  • 2007: È l’anno del picco mondiale. Si laurea Campione Europeo Indoor a Birmingham con un salto di 8,30 m e, pochi mesi dopo, ai Mondiali di Osaka, regala all’Italia un argento storico con un balzo da 8,47 m, un record italiano che rimane ancora oggi imbattuto. Chiude l’anno trionfando al World Athletics Final, il primo italiano a riuscirci.

Tra infortuni e ritorno da campione

La carriera di un atleta è spesso costellata di sfide, e per Andrew non è stato diverso. Tra il 2008 e il 2009, una serie di infortuni lo tiene lontano dalle piste. La resilienza, però, è la sua cifra: ritorna alle gare tra il 2010 e il 2012, vincendo titoli nazionali, ma un grave infortunio al tendine d’Achille nel 2011 rallenta la sua rincorsa a Londra 2012.

Ma Andrew è un combattente. Dal 2013 al 2021, pur gareggiando ancora con la sua amata Studentesca Rieti, si dedica anche alla velocità. La sua longevità atletica lo porta a toccare nuovamente gli 8 metri nel lungo (8,01 m nel 2017 e un 8,03 m con vento nel 2021). Addirittura, nel 2021, registra un 7,75 m nella categoria Master 35, dimostrando che il talento non ha età.

Rieti: il punto fermo, il cuore sportivo

Il legame tra Andrew Howe e Rieti va oltre le piste di atletica. È qui che ha mosso i suoi primi passi, è qui che è tornato per diverse stagioni agonistiche dopo gli infortuni (nel 2010, 2013, 2014-15 e 2021), trovando sempre un punto di riferimento e un affetto incondizionato.

Il suo impegno per la città si è rafforzato anche a livello istituzionale: nel 2023, è stato nominato delegato provinciale del CONI a Rieti, rafforzando ulteriormente il suo contributo allo sport locale.

Talento e versatilità

Andrew Howe non è solo un “lungista”. La sua incredibile versatilità lo ha visto eccellere anche come velocista (con tempi notevoli su 100, 200 e 400 metri) e persino come saltatore in alto. Questa poliedricità lo rende un atleta unico nel suo genere.

Il suo successo è indissolubilmente legato al ruolo della madre, Renée Felton, che lui stesso ha definito il suo pilastro: “Devo tutto a mia madre”. Fuori dal campo, Andrew ha saputo mantenere una forte personalità, partecipando a programmi televisivi come “Ballando con le stelle” e intraprendendo la carriera di coach, trasmettendo la sua esperienza alle nuove generazioni.

Il suo record italiano di 8,47 m nel salto in lungo, tuttora imbattuto, è il simbolo di una carriera straordinaria. Ma Andrew è più di un record: è un’icona per Rieti, un esempio di talento, resilienza e di un legame profondo con le proprie radici.

In conclusione, Andrew Howe incarna la sintesi perfetta tra doti naturali eccezionali, dedizione incrollabile e un amore profondo per la sua città d’adozione. Un campione che, tra medaglie mondiali, titoli europei, primati nazionali e scelte di vita, ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore degli appassionati e nel panorama dell’atletica italiana, dimostrando che, a volte, la casa è dove il cuore – e le piste – ti portano.

Foto: Sprint News