Cronaca Pubblica Utilità

Turismo estivo verso la montagna? Linee guida per il mare insostenibili

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“L’Inail e l’Istituto Superiore di Sanità varano i protocolli per spiagge e ristoranti. Gli esercenti: “Inapplicabili”.

Un elenco di cautele e precauzioni che richiederanno molta buona volontà e anche investimenti, per alcuni insostenibili.

Ecco i link ai due documenti tecnici, uno sulla balneazione, l’altro sulla ristorazione.

Stabilimenti balneari.

Negli stabilimenti balneari sarà obbligatorio mantenere una distanza minima di 5 metri tra le file degli ombrelloni. Tra gli ombrelloni della stessa fila la distanza dovrà essere di 4,5 metri. Sia lettini e sdraio dovranno essere ad almeno 2 metri dall’ombrellone più vicino. Andrà garantita la sanificazione delle attrezzature e percorsi e corridoi di transito differenziati. Si richiede di favorire la prenotazione e di usare il pagamento senza contanti. Vietate attività ludico-sportive che possono dar luogo ad assembramenti. Le piscine devono restare chiuse.

Spiagge libere.

Il documento accolla agli enti locali la verifica delle prescrizioni. Cartelli in diverse lingue contenenti indicazioni chiare sui comportamenti da tenere, in particolare il distanziamento sociale di almeno un metro e il divieto di assembramento. I gestori tracceranno il perimetro di ogni allestimento, con nastri segnalatetici. Individueranno il massimo di capienza della spiaggia anche su turni orarie. Il distanziamento e il divieto di assembramenti dovrà essere rispettato anche in acqua.

Ristorazione.

L’indicazione fornita dai documenti Inail-Iss è di una ridistribuzione dei tavoli e dei posti a sedere. I gestori garantiranno il distanziamento fra i tavoli di almeno due metri. Dunque 4 metri quadrati a disposizione per ciascun cliente, fatto salvo la possibilità di adozioni di barriere divisorie. Niente buffet o menù tradizionali, meglio lavagne o menù stampati su fogli monouso. Prodotti igienizzanti per clienti all’ingresso e per il personale in sala. Obbligo di mascherina per i clienti per attività diverse dal pasto come alla cassa o alla toilette.

Le associazioni di categoria contestano i protocolli e li definiscono insostenibili.

La Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Con una persona ogni 4 metri quadri, venissero confermate, i ristoranti italiani perderebbero in un sol colpo 4 milioni di posti a sedere, ovvero il 60% del totale”.

Assobalneari giudica le indicazioni illogiche: “In bus basta un metro di distanza”.

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Pubblicato da

Rietintasca

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