Cronaca

Coronavirus, scoppia la polemica per l’app che traccia i dispositivi

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Si stanno facendo strada nel mondo varie metodologie e tecnologie, già attuate dai diversi paesi colpiti dalla pandemia CoviD-19.

Anche in Italia sono alla studio sistemi analoghi. Li sta seguendo il ministero dell’innovazione, come previsto dal decreto Cura Italia, e nelle prossime settimane saranno oggetto di un provvedimento specifico del governo.

Infatti l’utilizzo delle app e dei sistemi tecnologici sembra abbia dato un grane contributo alla Cina, Corea del Sud e Singapore per vincere l’epidemia.

Sappiamo che l’Italia, come altri Paesi in Europa e Stati Uniti, hanno invece percorso, fin’ora, la strada meno tecnologica del lockdown delle attività.

Ma di cosa si tratta nello specifico?

I sistemi utilizzai in Cina, Corea del Sud e Singapore sono stati usati per raggiungere tre obiettivi:

  • Controllo sulla popolazione per obbligare i positivi a restare a casa (con geolocalizzazione via app) e impedire agli altri di violare le misure (con droni ad esempio, che cominciano a essere sperimentati anche in Italia);
  • Tracciamento degli spostamenti dei positivi (con app ad hoc, dati di rete cellulare…) in modo da identificare le persone con cui sono entrati in contatto e isolarle a loro volta;
  • Fare una mappa dei positivi utile alla popolazione e alla protezione civile.

L’applicazione di questa metodologia ha consentito di rallentare la diffusione del virus.

Le reazioni.

Una misura, quella che si profila all’orizzonte, che fino a qualche tempo fa sarebbe stata impensabile per ragioni di riservatezza. È vero che ci illudiamo di avere la nostra privacy conservata, pur sapendo che solo accendendo un cellulare si sa tutto di noi, ma accettarlo in modo così evidente sta suscitando reazioni, soprattutto sui social.

“Con me non ci pensate neanche!” o “A me non mi avrete mai!” i post più “delicati” per commentare l’iniziativa.

Nel frattempo sembra che la task force messa in campo dal ministero dell’Innovazione probabilmente sceglierà il progetto della Bending Spoons. Con questo sistema sarà garantito un “sufficiente” anonimato e sarà usata su base volontaria. Il nodo sta nel fatto che servirà solo se la scarica almeno il 60% degli italiani.

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Pubblicato da

Rietintasca

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