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Rieti, città dall’animo nobile

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Riconoscimento nazionale “CITTA’ DEL SOLLIEVO”

Di una città non godi le sette o settantasette meraviglie ma la risposta che dà ad una domanda, diceva Italo Calvino nelle Città Invisibili.

E Rieti è città che stupisce per la risposta al dolore, alla sofferenza.

Questa città già Amica dei bambini con l’onorificenza internazionale dell’Unicef, ha dimostrato di essere città solidale anche con la straordinaria mobilitazione a favore dei comuni terremotati di Amatrice, Accumoli, Arquata, luoghi che non possono essere lasciati soli a gestire la tragedia, come non possono essere lasciati soli i malati nella malattia. E Rieti è la prima nel Lazio a diventare “Città del sollievo”, uno straordinario progetto di promozione della persona umana voluto da Gigi Ghirotti che scrisse “l’importante sia durante la vita sia di fronte alla morte è il non sentirsi abbandonati e soli”.

Gigi Ghirotti è un giornalista morto nel 1974 dopo due anni di malattia, un tumore al sangue. 
Lui percepisce e coglie l’umanità e la non umanità delle strutture sanitarie. 
E decide di cambiare questa situazione e di favorire il miglioramento della qualità della vita della persona malata di tumore e dei suoi familiari. 
Nasce nel 1975 la Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti, con l’obiettivo di promuovere una nuova coscienza civile che consideri il malato un cittadino a tutti gli effetti e una persona degna di rispetto. 
Per questa nobile motivazione nascono le Città del sollievo, un riconoscimento nazionale rilasciato dalla Fondazione Gigi Ghirotti con il patrocinio dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) che riconosce alle città che ne fanno richiesta, questo attestato simbolico a testimonianza del loro impegno partecipativo, informativo e formativo nella promozione della “cultura del sollievo” attraverso le associazioni locali di volontariato, le istituzioni sanitarie territoriali e scolastiche. Rieti ha l’onore, il privilegio e l’onere di essere Città del Sollievo dal 7 ottobre 2016.
 Parlo di onere perché se non si garantiscono alcune attività e buone pratiche si decade dalla città del Sollievo.

Essere città del Sollievo significa che presso l’ Ospedale di Rieti, dietro i progetti di umanizzazione ci sono uomini, donne, volontari, medici che si sono messi dalla parte dei pazienti, rivedendo e riprogettando tutte le modalità operative in base alle esigenze del malato. In altre parole hanno agito con umanità, applicando concretamente “l’umanizzazione”.

Questo riconoscimento, arriva dopo la consegna del premio “Gerbera d’Oro”assegnato da una Commissione mista Fondazione Ghirotti – Conferenza delle Regioni e Province Autonome alla struttura sanitaria nazionale che si sia particolarmente distinta per la sua attività nell’ambito delle cure palliative e della terapia del dolore e dell’umanizzazione.
Nel 2012 è stato assegnato il Premio all’Azienda sanitaria di Rieti, per il progetto “Fiori di Campo”, realizzato presso il Reparto di Radioterapia Oncologica di Rieti, dall’Associazione Alcli Giorgio & Silvia e l’Associazione Musikologiamo (progetto Musica in Ospedale).

Insomma un privilegio per la città e i suoi abitanti. Essere Città del Sollievo ci ridà il senso del “noi”, della comunità che spesso perdiamo travolti dall’indifferenza e dal ripiegamento su noi stessi e i nostri bisogni.
 Il capoluogo sabino ha iniziato un percorso importante ed impegnativo di ascolto dell’altro, in particolare del malato, che prima di tutto è un uomo, una donna, un bambino, un anziano che si trova in un momento di grande fragilità.

Rieti città del Sollievo fu istituita con direttiva emanata nel 2001 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri allo scopo di “promuovere e testimoniare, attraverso idonea informazione e tramite iniziative di sensibilizzazione e solidarietà, la cultura del sollievo dalla sofferenza fisica e morale in favore di tutti coloro che stanno ultimando il loro percorso vitale, non potendo più giovarsi di cure destinate alla guarigione”.
Nel corso degli anni, andando incontro ai bisogni reali dei cittadini, la mission della Giornata si è estesa alla diffusione della cultura del sollievo dalla sofferenza in tutte le condizioni di malattia ed esistenziali, pur mantenendo un posto di rilievo la fase terminale della vita

La Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti e uno dei tre enti promotori della Giornata, insieme al Ministero della Salute e alla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. In questa Giornata, attraverso molteplici iniziative e manifestazioni, i volontari di associazioni che operano in ambito socio-sanitario, gli operatori sanitari, le famiglie, gli studenti e i docenti, sono sollecitati a riconoscere i bisogni della persona malata e starle vicino con cura e tenerezza – specie quando è anziana, sofferente e in fase avanzata di malattia.
Tante Associazioni e Centri regionali “Ghirotti” (e non solo), diffusi in tutta Italia, animano la Giornata Nazionale del Sollievo con iniziative e manifestazioni. La Fondazione, per tradizione, partecipa e organizza presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma, insieme all’Università Cattolica del Sacro Cuore e a volontari di altre associazioni, una delle iniziative di sensibilizzazione più di rilievo tra le oltre 200 celebrate sul territorio nazionale.

Diversi enti locali si sono distinti nell’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione e di solidarietà in adempimento alla direttiva istitutiva della Giornata del Sollievo. La Fondazione, con il patrocinio dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) riconosce, alle città che ne fanno richiesta, l’attestato simbolico di “Città del Sollievo”, a testimonianza del loro impegno partecipativo, informativo e formativo nella promozione della “cultura del sollievo” attraverso le associazioni locali di volontariato, le istituzioni sanitarie territoriali e scolastich

La Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti, già Comitato Gigi Ghirotti, nasce il 5 maggio 1975 a meno di un anno dalla morte del grande giornalista di cui porta il nome, colpito dal linfoma di Hodgkin nel 1972 e morto nel 1974, con lo scopo di mantenere vivi la sua vicenda umana, il messaggio e l’impegno a favore dei malati.
Scopo principale della Fondazione Nazionale Gigi Ghirotti è favorire il miglioramento della qualità della vita della persona malata di tumore e dei suoi familiari. Prioritaria è anche la promozione di una nuova coscienza civile che consideri il malato un cittadino a tutti gli effetti e una persona degna di rispetto

Nel 1972 gli fu diagnosticato un linfoma di Hodgkin; lottò per due anni contro il male attraverso una lunga trafila di ricoveri nelle strutture ospedaliere pubbliche.
Nella trasmissione televisiva RAI “Orizzonti della Scienza e della Tecnica”, il 27 maggio 1972 disse: “Ho un cancro e lo so, parliamone insieme”.
Nel 1973 condusse un’inchiesta giornalistica per la RAI-TV come “l’inviato dal tunnel della malattia” sulla condizione e i diritti dei malati, in particolare i meno abbienti, descritti più volte come vittime dell’inadeguatezza dell’assistenza delle strutture sanitari pubbliche e dell’isolamento che viveva in prima persona
Raccontò la sua esperienza di malato nel libro Lungo viaggio nel tunnel della malattia ed in alcuni articoli pubblicati su “La Stampa”.

È scomparso a Vicenza il 17 luglio del 1974 all’età di 53 anni.

Catiuscia RosatiGiornalista

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Rietintasca

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