Cronaca

Ristoratori, quanti di voi riapriranno il 18?

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È questa la domanda apparsa sul gruppo Facebook più rappresentativo del settore Ho.re.ca.

Le risposte, arrivate da tutta Italia su Ho.Re.Ca. Unita, non sono confortanti. Infatti solo una piccola percentuale dei ristoratori è disponibile ad aprire alle condizioni dettate dal governo.

“LA RISTORAZIONE È UN’IMPRESA, NON UN GIOCO E CHI FA IMPRESA (ANCHE SE CON PASSIONE E CUORE) DEVE GUARDARE I NUMERI”, si legge.

E dai commenti al post, questi numeri sembrano non esserci per la maggior parte delle attività.

“Il problema per lo più è che, dopo 60 giorni ad oggi, oltre 80 a giugno, con solo spese da sostenere (affitti,utenze, quote assicurative etc.) diventa dura, se non impossibile aspettare una fantomatica data di ripartenza. Poi la ricerca utopica di un fantomatico punto di pareggio (almeno fino al 2º trimestre 2021). Per questo servono aiuti ed interventi concreti per affrontare la chiusura, nell’attesa di una riapertura in sicurezza ma con una percentuale del 100% dello sviluppo potenziale dell’ambiente. Non al 30% del potenziale”.

“Già sarà sicura l’incertezza lavorativa che si avrà data dal timore inculcato nelle teste della gente, più la situazione economica pro capite, figuriamoci ad aprire a potenziale ridotto reinvestendo per affrontare i debiti pregressi e ciò che verrà. Un suicidio”, un altro dei commenti.

“È il colpo di grazia, con la prolungata chiusura forzata di bar, trattorie, ristoranti, pizzerie e agriturismi ci sarà un effetto a valanga di 5 miliardi sull’agroalimentare per mancati acquisti in cibi e bevande. In pericolo circa 320.000 locali che ad oggi danno lavoro a più di 1,2 milioni di persone che allo stesso tempo è il 30% del fatturato dell’agroalimentare se non intervengono prontamente con aiuti mirati e concreti.

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Pubblicato da

Rietintasca

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